Lo scorso dicembre Bill Clinton è stato invitato a tenere un discorso al Celebrity Forum della Silicon Valley. Ha parlato a lungo dei problemi legati al riscaldamento globale e ha citato il fisico Richard Muller, definendolo «a hero of mine», un mio eroe.
Qui l’articolo del New York Times in cui Richard Muller racconta la sua “conversione”, da scettico a convinto, sui cambiamenti climatici:
«Chiamatemi scettico convertito. Tre anni fa ho individuato delle incongruenze in vecchi studi sul clima che mi hanno portato ad avere seri dubbi sull’esistenza stessa del riscaldamento globale. Lo scorso anno, però, seguendo un intenso progetto di ricerca che coinvolgeva una dozzina di scienziati, ho concluso che il global warming fosse un problema reale e che le precedenti stime sul tasso di riscaldamento fossero corrette. Ora ho fatto un ulteriore passo avanti: gli umani ne sono la causa.
Il fatto che io abbia totalmente cambiato la mia opinione in così poco tempo è il risultato di un’attenta e oggettiva analisi condotta dal Berkeley Earth Surface Temperature project, che ho fondato con mia figlia Elizabeth. Le nostre ricerche mostrano che la temperatura sulla Terra si è alzata di due gradi e mezzo (Farenheit) negli ultimi 250 anni, compreso un incremento di un grado e mezzo avvenuto solo negli ultimi 50 anni. Inoltre, è probabile che in sostanza tutto questo incremento sia stato causato dalle emissioni umane di gas serra.
Queste scoperte sono più impressionanti di quelle del Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici, il gruppo delle Nazioni Unite che definisce il consenso diplomatico e scientifico sul riscaldamento globale. Nel suo report del 2007, il gruppo ha concluso solamente che la maggior parte dell’incremento degli ultimi 50 anni può essere attribuito agli esseri umani. Era possibile, secondo la sua dichiarazione di consenso, che il riscaldamento prima del 1956 potesse essere stato causato da variazioni dell’attività solare, e che anche una parte sostanziale dell’aumento delle temperature più recente fosse naturale».
Richard Muller, The New York Times (per continuare a leggere, clicca QUI).
La questione energetica è sempre più prioritaria e strategica, per gli equilibri internazionali e lo sviluppo economico. Lo testimonia la cronaca recente, come l’incidente alla centrale di Fukushima, e lo raccontano la corsa degli Stati Uniti all’autosufficienza energetica, che ridisegnerà il panorama geopolitico mondiale, e il dibattito sulla fine dei combustibili fossili e sulle fonti rinnovabili, senza dimenticare la bestia nera di questi anni, il riscaldamento globale. Quello dell’energia è un terreno delicato in cui confluiscono ecologia, politica, attualità ed economia, e dove disinformazione e facili strumentalizzazioni sono un rischio concreto. Sapere di cosa si sta parlando sarà quindi cruciale non solo per i futuri capi di stato, ma anche per tutti noi, che dovremo valutare e monitorare l’operato dei decisori politici.
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